Riflessione 40-2024

Per comprendere a fondo il Vangelo di questa domenica, bisogna fare alcuni passi indietro al tempo in cui è stato scritto. La comunità di Marco è in grave difficoltà: l’Impero romano attraversa una crisi profonda, sembra essere in dissoluzione e l'imperatore Nerone, ha deciso di perseguitare ebrei e cristiani.  Alcuni esegeti sostengono addirittura che Marco abbia riaperto il suo Vangelo, già concluso, per inserirvi un capitolo nuovo, il tredicesimo, nato proprio per rassicurare i discepoli di quel tempo. Il linguaggio è quello in uso all’epoca di Gesù, fatto di immagini enigmatiche e di iperboli, non da prendere alla lettera ma da interpretare correttamente. Ed è un messaggio di speranza che non spaventa ma rassicura: cadono le stelle, cioè gli astri venerati dalle religioni pagane. Non si parla della fine del mondo ma del declino del paganesimo, di una fede che vede negli astri una minaccia o una divinità. Cade l’Impero, certo, ma cade anche una visione superficiale e superstiziosa di vedere Dio. La piccola fede cristiana è protetta dal suo Signore, non ha nulla da temere. Le sue neonate comunità sono il tenero germoglio del fico che porta frutti. Un tempo simile al nostro, di caos e preoccupazioni: guerre che bussano alla porta di casa, dittatori sempre più numerosi con ambizioni personali che non tengono conto della vita delle persone mandate a morire in inutili guerre, armi sempre più potenti in grado di distruggere la terra in pochi secondi... La fede c’è ancora, certo, ma spesso superficiale, piccina, litigiosa... Confidiamo fiduciosi, dice Marco, ciò che crolla sono gli astri, non la Chiesa, anche nella nostra fede, ciò che crolla è ciò che abbiamo aggiunto, spesso allontanandoci dal Vangelo o, addirittura, tradendolo. E se tutto ciò che abbiamo vissuto, l’amore immenso che abbiamo sperimentato e messo nelle nostre azioni fosse pensato per affrontare ora questa tenebra e non cedere allo scoraggiamento? Allora Gesù richiama tutti ad accogliere la Parola che dimora, che resiste. E noi, qui, dopo duemila anni, ancora meditiamo la Parola, la assaporiamo, ce ne stupiamo, lasciamo che invada i nostri cuori, che invada le nostre menti. Una Parola che dimora e ci illumina, che ci incoraggia e ci sprona, che ci rasserena e motiva, che ci accompagna per farci volare in alto e vedere l’opera di Dio che si manifesta, inesorabile, nel dispiegamento del caos. La costruzione del Regno non è necessariamente semplice, non è un passaggio di gloria in gloria. Essere travolti dal Vangelo ed iniziare il cammino di discepolato significa porsi in un atteggiamento di cambiamento perpetuo, di fatica nell’affrontare le contraddizioni del sé e del mondo, ma coloro che affrontano con serenità la costruzione del Regno vengono radunati e sostenuti. Solo la Parola e la certezza di avere sperimentato Dio o di averne intuita la presenza ci fanno andare avanti tra le persecuzioni del mondo. Occorre farne memoria, uscire dalle logiche del mondo per assumere lo sguardo di Dio su noi stessi e sulla storia. Allora non parleremo più della fine del mondo, ma del fine del mondo. Che è quello di scoprirsi amato. Sappiatevi amati, buona Domenica.

Aprendo il file .pdf. "Riflessioni e giochi"  sotto l'immagine in fondo alla pagina potete accedere ad una riflessione del Vangelo per tutti, in particolare per famiglie e ragazzi, tratto dalla rivista "Catechisti parrocchiali", un modo per evangelizzare i più giovani allegramente, con un linguaggio semplice e gioioso.

Come di consueto propongo l'audio commento al Vangelo di Paolo Curtaz, un modo per lasciarsi evangelizzare semplicemente ascoltando: https://soundcloud.com/paolocurtaz/commento-al-vangelo-del-17-novembre-2024