Riflessione 36-2023
In questa Domenica il Vangelo ci propone un'altra parabola... Un uomo, probabilmente un po' anziano, proprietario di una vigna, chiede ai suoi due figli di andarci a lavorare (la vigna nel'immaginario biblico è sinonimo del popolo di Irsaele e successivamente con le parabole di Gesù riportate nel Vangelo di Matteo, è l'umanità intera). Uno inizialmente dice no, ma poi pentito va nella vigna; l'altro dice subito sì, ma poi non ci va. Chi dei due ha fatto la volontà del Padre? Chiede Gesù ai sacerdoti e agli anziani del popolo, i quali tante volte amavano apparire bene come il secondo figlio ma poi non sempre facevano la volontà del Padre. Il Signore incalza dicendo loro che anche i pubblicani e le prostitute gli passeranno davanti, perchè durante la predicazione di Giovanni il battista, questi ultimi gli hanno creduto e si sono convertiti al contrario dei primi. Questo chiaro riferimento al''atteggiamento del primo figlio della parabola, sicuramente non porta simpatia nei confronti di Gesù da parte delle alte cariche religiose del tempo, ma Lui sa bene che non deve apparire per cercare simpatie e/o consensi, ma deve fare la volontà del Padre. Per cui è schietto e va diritto al nocciolo. Probabilmente feriti nell'orgoglio molti hanno preso le distanze da Lui, ma se avessero lasciato da parte l'orgoglio, avrebbero avuto una grossa opportunità di conversione, come qualcuno di loro (pochi) ha fatto, penso a persone come Nicodemo, Giuseppe di Arimatea... L'orgolio è uno degli ostacoli più grossi che possiamo incontrare nella nostra conversione. E Noi siamo come il primo o il secondo figlio? Probabilemente alcune volte siamo l'uno e altre siamo l'altro e il primo passo è accettarci per come siamo per poi cercare di migliorarci. Il secondo figlio che è in noi, forse imparerà che la Chiesa non ha bisogno di perfettini in apparenza e magari capirà che di fronte al Signore non servono maschere per apparire; il primo invece ha capito o capirà che la ribellione può essere anche buona cosa se poi porta ad un pentimento e un cambio di rotta. Ma perchè dobbiamo lavorare alla vigna del Signore? Semplicemente perchè anche il Padre ci lavora e si spacca la schiena per far sì che la vigna cresca e dia frutti, che la nostra umanità si salvi e neanche una pecorella vada perduta. Allora impariamo ad accogliere in noi e negli altri sia l'atteggiamento del primo figlio che quello del secondo. Dobbiamo essere orgogliosi di lavorare alla vigna del Signore, non importa quanto è grande, non importa se siamo in pochi, siamo con Dio questo è l'importante, un Dio che ci ama e che ogni giorno entra nella nostra umanità per potare, pulire, concimare affinchè possiamo dare frutto. Sappiatevi amati, buona Domenica
Domenica prossima riprenderemo la pubblicazione delle riflessioni e giochi per famiglie e ragazzi tratto dalla rivista "Catechisti parrocchiali", un modo per evangelizzare i più giovani allegramente, con un linguaggio semplice e gioioso.
Per tutti come sempre propongo l'audio commento al Vangelo di Paolo Curtaz, un modo per lasciarsi evangelizzare semplicemente ascoltando, anche in macchina oppure mentre si fa altro: https://soundcloud.com/paolocurtaz/commento-al-vangelo-del-01-ottobre-2023