Riflessione 34 - 2023
Il Vangelo di questa domenica affronta il tema del perdono. Pietro chiede a Gesù, quante volte dovrà perdonare un fratello che pecca? Fino a sette volte? Tenete conto che i rabbini del tempo dicevano che si poteva perdonare un fratello nella fede fino a tre volte, per cui Pietro esagera, vola già alto. Ma Gesù con semplicità rilancia dicendo:<< fino a settanta volte sette>> cioè sempre. Sinceramente questo ci lascia un po' sconcertati... ma perchè? Da dove nasce il perdono? Perchè dobbiamo metterci a perdonare? Gesù fa l'esempio del servo (noi) a cui sono stati condonati 10.000 talenti dal padrone (Dio). Per capirci, il talento era un'unità di misura che variava da 24 a 34 kg e poteva essere d'oro oppure d'argento, considerate che ai tempi di Gesù con un talento d'argento si poteva noleggiare una barca a tre remi per parte, col suo equipaggio per un mese intero, quindi 10.000 talenti sono una cifra spropositata. Se fossero stati d'oro la cifra sarebbe equivalente al prodotto interno lordo di uno stato come l'Italia. Quando non si poteva pagare, la schiavitù era l'alternativa al pagamento e poteva protrarsi anche per le generazioni successive finchè non fosse stato estinto il debito. Il servo a cui è stato condonato il debito, incontra una persona che gli deve 200 talenti e non gli condondona il debito, lo fa sbattere in prigione. Ovviamente gli altri servi vanno dal padrone gli fanno presente la cosa, quindi il padrone richiama il servo e le cose vanno a finire male. Questa storia serve a farci capire perchè dobbiamo perdonare. Dobbiamo perdonare perchè il Padre ci ha perdonato tutto (10.000 talenti) e quindi anche noi, essendo stati perdonati gratuitamente, possiamo perdonare il prossimo (chi ci deve 200 talenti) perchè abbiamo ricevuto gli strumenti e l'esempio per farlo. Papa Giovanni Paolo II diceva che non c'è giustizia senza il perdono. In effetti pensandoci bene, se tra russi e ucraini, oppure fra israeliani e palestinesi ecc... anzichè fare la conta dei morti ogni giorno uno dei due facesse il primo passo nel chiedere scusa all'altro magari si porrebbero basi solide per una pace duratura. Ma guardiamo più in piccolo, se noi imparassimo a perdonare i nostri amici e parenti per questioni molto più semplici di una guerra, ma comunque dolorose, che ci fanno male dentro, eviteremmo quell'escalation di male che poi porta inesorabilmente a situazioni molto peggiori. Viviamo in un mondo in cui la rabbia, l'odio e il vittimismo sono all'ordine del giorno, dobbiamo impegnarci per invertire la rotta e magari fra un po' di tempo ci riscopriremo davvero convertiti e la nostra ricompensa, già su questo mondo, sarà grande. Sappiatevi amati e perdonati, buona domenica.
Audio commento al Vangelo di Paolo Curtaz: https://soundcloud.com/paolocurtaz/commento-al-vangelo-del-17-settembre-...