Riflessione 29-2024
Il mondo giudaico in cui viveva Gesù aveva semplificato l’approccio alla realtà e a Dio con una semplice distinzione: ciò che riguarda il mondo divino è puro, ciò che non lo riguarda è impuro. Bella intuizione, ma che applicata nel concreto, qualche problema lo suscitava. Sì perché, alla fine, se qualcuno si era preso la briga di elencare gli atteggiamenti impuri, i cibi impuri, le persone impure, elaborando anche un protocollo di purificazione per chi, contraesse l’impurità, la realtà era che si rischiava di osservare le norme di purità solo esteriormente. Si poteva, cioè, essere dei devoti ossessionati dall’osservanza delle regole di purità ma con il cuore pieno di tenebra. Fuori splendenti, dentro putrescenti, come le tombe, farà notare "simpaticamente" Gesù. La purezza, invece, è l’orientamento del cuore, configurandosi a Dio, entrando nel tempio santo che ci abita. Insomma: il giudaismo, spesso, si era ridotto all’ossessiva osservanza di norme minuziose che, se rispettate, ti facevano sentire santo e irreprensibile agli occhi di Dio. Poi è arrivato Gesù. Meno male che oggi abbiamo imparato la splendida e urticante lezione del Maestro. Gesù per primo ha dovuto combattere contro questa opposizione, come abbiamo visto nelle scorse settimane, in un crescendo di accuse e di insinuazioni pretestuose e rissose. Se lo ha fatto lui possiamo affrontarlo anche noi. E la prima, ridicola accusa che viene mossa a Gesù, è di non rispettare le tradizioni degli antichi. Le tradizioni In questa parrocchia:<<... si è sempre fatto così! >>. Da secoli in questa Diocesi si attua questa pastorale! Chi di voi non ha mai sentito pronunciare questa frase? O l’ha pronunciata? Parroci contro laici, gruppi contro gruppi, quelli del parroco di prima contro quelli del parroco di oggi… State pur certi che nella Chiesa, da sempre, in nome dell’unità… ci si contrappone e si litiga! E, la cosa triste,perchè si trattano questioni che hanno a che fare col buon senso come se si trattasse di rivelazioni divine… Gesù non ha specificato, nel Vangelo, gli orari delle messe, né ha parlato delle unità pastorali o dei giorni in cui fare catechismo… Eppure su questi temi si combatte, si creano malumori. Si fanno diventare gigantesche piccole questioni così che i problemi giganteschi spariscono dalla nostra vista. Sappiamo distinguere le buone tradizioni dal tradizonalismo che è solo apparenza. L’apparenza, nel mondo della fede, uccide, spegne, disturba, manipola. Gesù riporta la fede al suo ambiente principale: il dentro. Dentro: dove abitano i nostri pensieri nascosti, i nostri giudizi, le nostre convinzioni profonde. Là dove Dio scruta e vede. Inutile affannarsi a curare il fuori di noi, cosa pensano gli altri dei nostri comportamenti, rispettare delle regole per farci applaudire, cercare la stima degli altri, se questo desiderio non parte da dentro, dalla consapevolezza che siamo stati fatti come delle opere d’arte. Assolutamente inutile. Non si tratta di diventare anche noi fautori delle distinzioni, dei patentini di cattolicità, di giusto/sbagliato, nuovi termini che sostituiscono il puro/impuro, ma di cambiare dal di dentro il nostro modo di vedere e di agire. Di elaborare pensieri santi come Dio è Santo, dii vedere oltre l’apparenza. Curiamo il dentro, allora. Con onestà, verità, con una preghiera costante, intensa, vera. Anche quando la Parola, come oggi, ci scuote dalle fondamenta. Buona domenica.
Come di consueto continuiamo a proporvi l'audio-commento di Paolo Curtaz, un modo per lasciarsi evangelizzare semplicemente ascoltando: https://soundcloud.com/paolocurtaz/commento-al-vangelo-del-25-agosto-2024