Riflessione 20-2024
Chiedi pure in giro, informati. Si è mai sentito di un Dio che si è scelto un popolo, che lo ha salvato, seguito, che lo ha fatto uscire dalla schiavitù? Un Dio che abbia indicato ad un popolo il segreto della felicità e come cercarla. Chiedi pure in giro. Così l’autore del Deuteronomio, stupito, ripensa all’esperienza di Israele, il popolo di nomadi che si è visto scegliere per raccontare ad ogni uomo chi è veramente Dio. Non un Dio qualunque: un Dio che parla, che dice, che si racconta. Un Dio, dice Paolo, che attraverso lo Spirito si rivela come un Padre e che ci permette di fare esperienza di lui, diventando suoi figli in Gesù Cristo che è morto per svelarci il vero volto di Dio. Una conoscenza sofferta, che richiede un percorso, un cambiamento, una crescita interiore. Dio si accoglie, si scopre, si cerca, umilmente, si ama quando ci si scopre amati. Ma questa conoscenza passa necessariamente attraverso la croce che non è, che non è mai stata, esaltazione del dolore, ma manifestazione della misura dell’amore con cui siamo amati. Ma non bastava. Gesù raduna di nuovo i suoi discepoli, ha qualcosa di importante da dire, una missione da affidare. I discepoli nonstante ciò che hanno visto e vissuto dubitano, dice il Vangelo. Ma a Gesù non importa, non vuole i migliori, non vuole i giusti, vuole i figli. E ai dubbiosi chiede di andare fra i popoli, non di chiudersi in un recinto sacro e rassicurante. Di battezzare ogni uomo nel mistero della Trinità. Un Dio che, finalmente, manifesta la sua sorprendente natura. Un Dio che è comunione, relazione, comunicazione, dono di sè. Non un Dio solitario, sommo egoista, immobile nella sua perfezione. Dio genera amore che dilaga, che si diffonde, che contagia, questo dobbiamo raccontare. Dio non è un bastardo, né un cinico o un sadico. E' quanto lo dobbiamo ripetere a noi stessi e agli altri in questi interminabili tempi di violenza, di vittimismo, di smarrimento. Quanto dobbiamo purificare la nostra immagine di Dio! Amatevi dell’amore con cui siete stati amati, chiede Gesù. Non si tratta di operare una scelta di vita, più o meno conveniente, ma di assecondare ciò che siamo veramente, nel nostro profondo. Non siamo chiamati ad insegnare il comandamento dell’amore. Siamo chiamati ad insegnare come osservare quel comandamento. Non siamo chiamati ad essere degli insopportabili sapientoni o devoti che giudicano gli altri. Siamo chiamati noi per primi ad amarci dell’amore del Dio Trinità e a raccontare quanto ci sta cambiando la vita, anche nella fatica, nella contraddizione, al di là di ogni limite e di ogni peccato. Non siamo soli in questo compito, ci è stato ripetuto in queste ultime domeniche con insistenza. Lui è con noi, per sempre. Ci è accanto, conferma le nostre parole, se le viviamo, ci usa come strumento. Questo è il Dio in cui crediamo. Sappiatevi amati, buona domenica.
Aprendo il file .pdf. "Riflessioni e giochi" sotto l'immagine in fondo alla pagina potete accedere ad una riflessione del Vangelo per tutti, in particolare per famiglie e ragazzi, tratto dalla rivista "Catechisti parrocchiali", un modo per evangelizzare i più giovani allegramente, con un linguaggio semplice e gioioso.
Come di consueto propongo l'audio commento al Vangelo di Paolo Curtaz, un modo per lasciarsi evangelizzare semplicemente ascoltando: https://soundcloud.com/paolocurtaz/commento-al-vangelo-del-26-maggio-2024