Riflessione 11 -2023
In questa domenica la liturgia ci propone l'incontro di Gesù con la Samaritana. La Samaria era una regione facente parte di Israele che nel 721 a. C. fu distrutta dagli Assiri e gran parte della polopazione fu deportata e rimpiazzata da coloni di altre nazioni. Si formò un popolo meticcio che oltre ad aver perso la purezza del Sangue Ebreo, venerava anche altre divinità. Gli ebrei li consideravano i cugini scomodi e avevano un'imicizia tale nei confronti dei samaritani da riservare a loro i peggiori insulti. Il Signore inizia proprio da lì, da chi non se lo aspetta, dagli ultimi. Mentre i discepoli vanno in città a fare scorte, Lui si siede vicino ad un pozzo e aspetta. Chi aspetta? Nessuno sarebbe così sciocco da andare a prendere acqua nelle ore più calde della giornata, ma Gesù sa e aspetta. Aspetta noi, aspetta lei, una donna samaritana, una donna sfiduciata dalla vita, sedotta sposata e abbandonata per ben cinque volte, ed ora convivente. Giudicata da tutti per questo e straziata da questi giudizi, per questo motivo va al pozzo quando sa di non incontrare nessuno. I giudizi della gente oggi come allora sono un'arma in grado di annientare le persone e la loro autostima. Gesù le parla, nessun uomo parla ad una donna e nessun ebreo parla a un samaritano. Dopo un approccio difficile, la donna inizia ad ascoltarlo, a fidarsi di Lui. Capisce che quello che ha di frone è un uomo diverso, che non la giudica, che vuole sedurla sì, ma in un modo diverso non come gli altri uomini. Gesù si mette sullo stesso piano della donna, dicendole che tra ebrei e samaritani non c'è differenza agli occhi di Dio. Le dice che non deve andare al tempio, su un monte, o chissà dove per parlare con Dio. Dio è qui, è li, e lo può pregare quando e dove vuole. Ora la Samaritana è colpita da quest'uomo così diverso, ma Gesù va oltre... le confida di essere il Messia, le offre il suo perdono, la sua amicizia, l'acqua che le aveva promesso all'inizio: quella che disseta l'anima. E la donna si fida, ha scoperto il vero volto di Dio. Un amico, vicino, buono e generoso. Ha scoperto quanto è bello essere amati, ha scoperto la fede, una cosa talmente grande e preziosa che le fa dimenticare tutto, persino l'acqua, per correre ad annunciare a tutto ciò che ha visto e sentito. Ancora una volta scopriamo che non dobbiamo andare a cercare Dio, ma che viene Lui da noi. Ancora una volta scopriamo un Dio presente in mezzo a noi, ma discreto, che ci lascia liberi di scegliere nell'attesa di avere la nostra attenzione, la nostra fiducia. Allora dobbiamo lasciarci sedurre da Lui, fidarci di Lui, sentirci amati da Lui, aprire il nostro cuore affinchè possa entrare e lavorare dentro di noi. Scopriremo così l'acqua viva che disseta l'anima e non ci farà mai più avere sete.
Il teologo Paolo Curtaz ci aiuta a comprendere meglio questo brano di Vangelo riportato ai giorni nostri, possiamo ascoltare il suo commento cliccando su questo link: https://soundcloud.com/paolocurtaz/commento-al-vangelo-del-12-marzo-2023
Per tutti, in particolare famiglie e ragazzi, proponiamo spunti di riflessione e giochi presi dalla rivista "Catechisti parrocchiali", potete aprire il file cliccando su: "riflessione e giochi" in fondo alla pagina.