Riflessione 26 - 2023

Ai discepoli che, a causa della propria fede in lui, vedono critiche e giudizi pesanti all’interno della propria famiglia, Gesù pronuncia parole di consolazione. Gesù non pone una contrapposizioni, non chiede di disprezzare i famigliari ma propone una classifica di intensità di amore: l’amore connaturale per i famigliari è e resta emanazione/simbolo/rappresentazione dell’amore divino. E rassicura i suoi: l’amore che Egli ci dona e che siamo in grado di restituire, è di un’intensità che nessun amore umano è in grado di sostituire. Qualunque esperienza affettiva ed emotiva, qualunque sentimento che sperimentiamo verso una persona (amante, figlio, genitore, amico...) è e resta realtà penultima. Gesù è il riferimento ultimo perché all’origine di ogni amore. 

Per la prima volta nel Vangelo di Matteo si parla di croce. Accogliere la mentalità della croce è essenziale per essere degni discepoli del Signore. Alcuni giungono a pensare e a dire che Dio stesso invierebbe le croci per metterci alla prova. Non è così: Gesù chiede di superare il dolore, di sciogliere i nodi e ci spiega in che cosa consiste la croce: Chi avrà tenuto per sé la propria vita, la perderà, e chi avrà perduto la propria vita per causa mia, la troverà. La vita è dono di sé, la vita è effusione dell’amore di Dio, la vita è regalo, questa è la logica della croce che Gesù stesso vive: fare della vita un dono. Quindi Gesù dice: per essere degno di me ama fino alla fine, fino al tutto di te, come ho fatto io. La croce diventa il modo che Gesù ha per manifestare fino a che punto è disposto ad amarmi. 

L'amore di Dio si può riassumere in accogliere e donare. E' l’esperienza che fanno molti di noi: se, sedotti dall’amore di Cristo, siamo resi capaci di amare, di donare, di annunciare, troveremo uomini e donne grati e stupiti pieni di generosità, capaci di accoglierci. Quante volte lo abbiamo visto accadere! Quante volte abbiamo ricevuto cento volte tanto di quanto avevamo donato! Di più: se siamo entrati nella logica della croce, cioè del dono totale e senza misura, sappiamo restituirlo anche nel piccolo gesto quotidiano come può essere l’offerta di un bicchiere d’acqua. Morire martiri, testimoniare Cristo con il sangue o riempire un bicchiere d’acqua a un fratello per conto di Cristo fanno parte dello stesso amore, anche se con intensità diversa. 

Sappiamo amare perchè siamo stati amati da Dio, sappiamo accogliere perchè siamo stati accolti da Dio, sappiamo donare perchè abbiamo ricevuto tutto in dono da Dio. Ora tocca a noi ! Buona domenica !!!

Audio commento al Vangelo di Paolo Curtaz: https://soundcloud.com/paolocurtaz/commento-al-vangelo-del-2-luglio-2023