Buon Consiglio
Lungo via Senatore Enrico Guicciardi, nella zona che per un certo periodo di tempo fu detta contrada dell’Angelo Custode, si erge la piccola chiesa dedicata alla Madonna del Buon Consiglio. Una dedicazione relativamente recente, questa, che risale probabilmente al XVIII secolo.
Ma prima, la chiesa che fu originariamente cappella gentilizia di una delle tante famiglie nobili del paese, ebbe altre due intitolazioni: ai Santi Cornelio e Cipriano e all’Angelo Custode.
Non sappiamo molto circa la realizzazione di questa cappella: nel corso, però, dei restauri effettuati nel secolo passato, vennero alla luce alcune tracce della preesistenza di un altro edificio sicuramente antico.
In archivio parrocchiale è conservata la copia di un documento del 1593 inerente alla raccolta di offerte, "sendo datto principio di rifare la chiesa di santo Cipriano, cosa veramente a honor d’Iddio e lodevole".
L’attuale cappella è dunque presente già nel XVI secolo. Purtroppo i vescovi, nelle relazioni delle loro visite pastorali, non ne lasciano molte tracce: l’Archinti, in visita nel 1614, dà ordine "che non si celebri messa in questa chiesa (intitolata a san Cornelio e Cipriano) che prima non sia coperta et accomodata secondo gli ordini generali". L’osservazione lascia pensare che i lavori fossero ancora in corso. E intuiamo che altri interventi vennero eseguiti durante il ‘600: il Ciceri, nei suoi decreti datati 1681, dispone che "l’oratorio dell’Angelo Custode, poiché si è cominciato, si procuri di perfezionarlo alla forma prescritta per gli oratori nei decreti stampati per le parrocchiali. Fratanto resti sospeso finché sia provisto delle cose necessarie alla celebrazione. Si turino le aperture in faccia ed ai fianchi dell’oratorio, si dia conto dello speso in questa fabbrica; d’onde tolto il denaro e d’onde si caverà a stabilirlo e pavimentarlo. Come si stia a debiti, crediti, dotazione e legati".
Il vescovo Olgiati, in visita nel 1717, si riferisce di nuovo a San Cipriano e ordina che: "si coprano le finestre alquanto meglio, affinché l’oratorio resti più ben illuminato. Nel termine di quindici giorni si facciano accomodare le ante della porta maggiore guaste e rotte presso il pavimento".
Nel 1758 viene donato il quadretto della Beata Vergine del Buon Consiglio che si tiene nella "veneranda chiesa dell’Angelo Custode". Negli anni successivi si realizzano le quadrature (1763) alle pareti e l’altare (1775).
Stando a queste annotazioni, i Santi titolari dovrebbero aver condiviso con gli Angeli Custodi l’intitolazione della chiesa fin quando è iniziata anche la venerazione della Madonna del Buon Consiglio.
La chiesa aveva degli obblighi: mantenere un sagrestano; pagare un campanaro che suonasse per le processioni; illuminare la chiesa in occasione delle processioni, specie per quella del Venerdì Santo; pagare un organista che suonasse per la novena; a questo proposito, risulta che Pietro Parasio, organista, donò un piccolo organo alla chiesa stessa.
Ricco il corredo: 14 pianete di diverso tessuto e colore, 7 camici, 10 tovaglie, 21 amitti, 69 (!) purificatori, 12 corporali, 8 fazzoletti, 6 cotte, 4 cingoli di cui uno con fili d’oro; poi 2 reliquiari, calici, candelieri… la porticina del tabernacolo d’argento (ora al museo).
I Santi Cornelio e Cipriano sono ricordati il 16 settembre.
Papa Cornelio e il vescovo Cipriano di Cartagine, le cui memorie appaiono congiunte già dal IV secolo, furono vittime illustri delle persecuzioni (rispettivamente, una nel 253 e l’altra nel 258). La loro storia si intreccia. Cipriano, ancora pagano, fu insegnante e avvocato; convertitosi nel 246, divenne tre anni dopo Vescovo. In seguito alla persecuzione scatenata da Decio, si diede alla clandestinità e si rifugiò in campagna. Superata la bufera riprese la sua attività mostrando grande moderazione e riscuotendo l’approvazione del papa Cornelio. Costui era stato eletto nel 251.
L’imperatore Gallo, autore di nuove persecuzioni, confinò il Papa a Civitavecchia, dove morì; Cipriano fu decapitato qualche anno dopo per ordine di Valeriano a Cartagine.
Non è facile spiegare come il culto di questi Santi si sia diffuso nella nostra comunità, forse introdotto da qualche membro della nobile famiglia che aveva il juspatronato sulla chiesa. Sappiamo però che san Cornelio era venerato come protettore dei bovini e san Cipriano come protettore contro la peste.
I due Santi sono raffigurati, in piedi a sinistra, nella bella tela d’altare della chiesetta.
Nella medesima tela, sulla destra, si staglia la figura di un angelo che sorregge un’anima e l’aiuta ad elevarsi al cielo, contrastando l’inutile tentativo di un diavoletto (che si vede sporgere dal margine inferiore) che vorrebbe, invece, avere la meglio.
Questo particolare ci richiama alla successiva intitolazione della chiesa che, come abbiamo visto non si sa bene quando, divenne chiesa degli Angeli Custodi.
Se ne fa memoria il 2 ottobre. Si è cominciato a celebrare questa festa dal XVI secolo. Il culto ebbe inizio nella penisola iberica e da lì si diffuse in tutto il mondo cristiano a partire dal 1608 per volontà di papa Paolo V.
Gli Angeli sono i mediatori dei messaggi divini, illuminano lo spirito, sono i custodi delle anime. Nel Nuovo Testamento appaiono nel Vangelo dell’Infanzia, nella narrazione delle tentazioni, nella consolazione nell’orto dei Getzemani. Sono testimoni della Risurrezione. Leggo che sono menzionati, nelle Scritture, oltre 300 volte!
Alla madonna del Buon Consiglio è riservato il piccolo quadro racchiuso entro una preziosa cornice, posto sulla sommità dell’altare.