Riflessione 37-2024
Chi è Gesù? Si è chiesto l’evangelista Marco e Pietro ha risposto: Il Messia. E ora si chiede: chi è disposto a seguire questo Messia? Non il giovane ricco, non gli apostoli e chi allora? La persona apparentemente meno adatta: Bartimeo. Gesù e i suoi giungono a Gerico, il punto più basso della crosta terrestre. Sa di essere solo, i suoi migliori amici, coloro su cui ha investito tutto, a pochi giorni dalla resa dei conti sono totalmente assenti. Anche noi, vorremmo affrontare le difficoltà nei momenti di forza, quando siamo convinti e determinati, ma non accade quasi mai, la prova la dobbiamo quasi sempre affrontare quando siamo fragili, stanchi, demotivati e depressi. Soli. Come ha dovuto fare Gesù. Sa che quella salita lo condurrà allo scontro finale e che a Gerusalemme lo aspetta l’incomprensione totale. Davanti alle grandi scelte e ai grandi dolori siamo necessariamente soli, anche se attorniati da molte persone. Gesù sa di essere solo, ma non è rinchiuso su se stesso, il suo sguardo e il suo cuore sono per sempre aperti, definitivamente donati. Uscendo da Gerico, Gesù incontra Bartimeo. Bartimeo è l’ultimo discepolo, quello invitato a salire a Gerusalemme per vedere un Dio che muore. L’ultimo miracolo compiuto da Gesù. È l’unico povero, nel Vangelo di Marco, chiamato per nome. Dio sa bene chi è e cosa sta vivendo: è cieco mentre tutti vedono, è ai margini della strada mentre tutti la percorrono, è immobile mentre tutti camminano. Ai tempi di Gesù queste malattie venivano viste come un castigo di Dio. Era maledetto da Dio, questo è ciò che tutti pensavano vedendolo ai lati della strada. Non c’era nessuna compassione per un malato come lui, ma poiché Dio aveva raccomandato di esercitare la misericordia, i pellegrini che salivano a Gerusalemme per celebrare la Pasqua lasciavano cadere qualche spicciolo nel mantello di Bartimeo. Ecco Bartimeo: un mendicante cieco che sopravvive ai propri sensi di colpa, un escluso, uno messo ai margini, un perdente. La rappresentazione perfetta della condizione umana. Sente che sta passando Gesù il Nazareno, ne ha sentito parlare, probabilmente la sua fama è giunta fino a Gerico. Urla a gran voce, chiamandolo Figlio di Davide e chiede Pietà. Molti lo sgridano per farlo tacere, ma lui urla più forte. Gesù si ferma, non tira diritto, si ferma ai margini, si ferma, se qualcuno lo invoca. Dio si accorge del tuo dolore, Dio vede, Dio ascolta come tu l’hai saputo ascoltare. Bartimeo è ancora cieco, la sua vita non è cambiata di una virgola, ma la sola speranza cambia ogni prospettiva e dona forza e coraggio a lui e a noi. Alzati! Abbandona la tua prostrazione, riprendi in mano la tua vita, la tua dignità, mettiti al livello degli altri. Sei tu che lo devi fare, nessuno può farlo per te, Dio ti salva ma solo se accetti di metterti in gioco, di fare la tua parte. Ti chiama! Continuamente Dio chiama. Chiamati a diventare discepoli, chiamati a far parte del Regno, chiamati a scoprire la nostra vera natura e il nostro splendido destino. Questo deve fare la Chiesa, per questo è nata, per questo esiste. Questa la sua missione, il suo compito, il suo obiettivo: far alzare le persone ai margini, dire che ognuno è chiamato, tutto il resto viene dopo. Cosa vuoi che faccia per te?, Chiede il Signore a Bartimeo. Gli apostoli avevano chiesto Gloria! Bartimeo chiede la luce. E' lui il discepolo disposto a seguire il Messia fino a Gerusalemme, fino alla croce. È lui il vero discepolo, cieco tornato a vedere e chiamato a seguire il Maestro, come me. Si è scoperto amato, si è ritrovato nel cuore di Dio. Buona domenica, sappiatevi amati !!!
Aprendo il file .pdf. "Riflessioni e giochi" sotto l'immagine in fondo alla pagina potete accedere ad una riflessione del Vangelo per tutti, in particolare per famiglie e ragazzi, tratto dalla rivista "Catechisti parrocchiali", un modo per evangelizzare i più giovani allegramente, con un linguaggio semplice e gioioso.
Come di consueto propongo l'audio commento al Vangelo di Paolo Curtaz, un modo per lasciarsi evangelizzare semplicemente ascoltando: https://soundcloud.com/paolocurtaz/commento-al-vangelo-del-27-ottobre-2024