Riflessione 43 - 2023

Questa domenica continuiamo con la seconda delle tre parabole del capitolo 25 di Matteo che chiuderanno questo nostro anno liturgico. Parabole che ci spiegano che cosa siamo chiamati a fare in attesa del ritorno definitivo Gesù. Dopo la parabola delle 10 fanciulle in attesa dello sposo che ci ha raccomandato di "Restare accesi", troviamo la parabola dei talenti. Un padrone affida i suoi beni (Talenti) ai suoi servi, prima di partire per un lungo viaggio, cosicchè ci fosse a prendersene cura facendoli fruttare. Il Talento era un'unità di peso variabile a seconda dei luoghi e dei tempo di circa 20/30 kg o più. Poteva essere d'oro o d'argento ed equivaleva economicamente a circa 18/20 anni di stipendo, ma nella parabola di Gesù, i talenti hanno un significato divesro. Sono le cose che ci sono state donate da Dio : la parola, l'Eucaristia, i sacramenti, la comunità ecc... Tutto ciò che ci permette in questo periodo di attesa di costruire la Chiesa stessa e prepararci al Regno di Dio. Mi piace questo Dio che non affida a tutti gli stessi talenti, perchè il Signore tiene conto delle nostre capacità e non ci affida mai una cosa al di sopra delle nostre possibilità. Per fare un'esempio: al Papa, ad un Vescovo o un Prete, viene chiesto di più che ad altri, sono affidati più talenti e li faranno fruttare perchè hanno investito tutta la loro vita per questi talenti. Ma noi cosa ne abbiamo fatto del/dei nostro/nostri talenti? Lo stiamo facendo fruttare dedicando un po' di tempo alla comunità, all'evangelizzazione, alla preghiera, all'ascolto della parola... oppure lo abbiamo seppellito sottoterra per pigrizia, perchè così non dobbiamo impegnarci a fare nulla se non disseppellirlo quando tornerà il Padrone. Se così, il Padrone ci toglierà anche quel solo talento e lo darà a chi ne ha cinque perchè chi segue Dio avrà sempre abbondanza. Dio esagera, abbonda sempre, l'amore di Dio è come unfiume in piena che esonda e allaga tutto. Lo so che viviamo in un tempo difficile, un tempo di paura con tutte le guerre che ci circondano, con questo clima pesante di odio che sembra azzittire tutte le voci d'amore, l'economia altalenante e la fatica a far quadrare i conti per arrivare a fine mese. Lo so che è difficile, ma non meno difficile del periodo in cui Matteo scrive questo Vangelo per le sue comunità. Tutto è stato raso al suolo dai Romani, compreso il tempio, stufi di questa provincia rivoltosa a nord della Siria e le comunità di Matteo vivono questo tempo, in cui Dio tarda ad arrivare, sconfortate dall'odio e dalla distruzione che le circonda. Dio c'era allora e c'è ancora oggi, così come la Chiesa. Viviamo un tempo difficile? Si ma non siamo soli !!! Noi non siamo figli delle tenebre, quindi dobbiamo "rimanere accesi" fino alla fine. Guardiamo all'unica luce che è Dio e attingiamo energia da essa, come? Scoprendoci amati perchè lo siamo e scegliendo di amare come possiamo. Buona domenica.

Riflessioni e giochi per famiglie e ragazzi tratto dalla rivista "Catechisti parrocchiali", un modo per evangelizzare i più giovani allegramente, con un linguaggio semplice e gioioso. potete accedere cliccando il link a fondo pagina.

Per tutti come sempre propongo l'audio commento al Vangelo di Paolo Curtaz, un modo per lasciarsi evangelizzare semplicemente ascoltando: https://soundcloud.com/paolocurtaz/commento-al-vangelo-del-19-novembre