Riflessione 31 - 2023

Il tema principale delle letture di questa domenica è lo scoraggiamento. Sì, perchè è facile essere cristiani quando tutto va bene, quando il lavoro c'è, l'emore e le amicizie anche, quando la fede è viva grazie a un'esperienza positiva, insomma quando si "sale sul monte Oreb". Ma il problema è quando si scende dal monte, quando ci si confronta con la vita di tutti i giorni, con il male, la fatica, con gli eventi tristi che prima o poi toccano ognuno di noi. Il mondo sempre più aggressivo e noi, poveri discepoli cattolici definiti ingenui, ci sentiamo una razza in via di estinzione da mettere in una riserva naturale. Allora le letture di oggi ci danno consolazione. Il grande profeta Elia, dopo aver sconfitto 400 profeti del dio Bal portati dalla regina Gezabele, preso dall'enfasi di questa gloriosa vittoria. li fa uccidere pensando così di riportare il popolo di Israele a Dio. Ma sbaglia, si ritrova solo e per lo più ricercato dalla regina che vuole vendetta. Scappa nel deserto, sconsolato, vuole morire. E lì, torna umile, solo così scopre che Dio non era presente vento impetuoso o nel terremoto, ma nella leggera brezza. Anche noi, spesso vorremmo degli eventi grandiosi da Dio: guarigioni miracolose, aiuti immediati per i problemi quotidiani a modo nostro, semplificazioni della nostra vita... e così certe volte ci scordiamo di pregare, di metterci in silenzio nelle Sue mani per ascoltare la brezza leggera. E che dire degli apostoli, convinti che la Gloria fosse vicina perchè si radunavano grandi folle per ascoltare Gesù. Scoraggiati e contrariati, vengono costretti dal Maestro ad andare sull'altra riva. Non capivano come mai dovevano abbandonare tanta gloria... e Gesù forse scoraggiato pure Lui, perchè i suoi  discepoli non avevano capito, cosa fa? Va sul monte a pregare, proprio come Elia, non si adira, non cambia discepoli, scegli di non scegliere ma di pregare il Padre, sarà lui a cambiare i loro cuori. Che bello se anche noi imparassimo a pregare il Dio ogni volta che siamo scoraggiati senza cercare per forza una risposta o una soluzione. E Pietro? Colui che Gesù aveva scelto per fondare la sua Chiesa, incredulo nel vedere Gesù camminare sulle acque, lo mette alla prova. Per un attimo anche lui cammina sulle acque, ma poi la sua fede vacilla e sta per affondare ed è costretto a chiedere aiuto. Mi fa tenerezza Pietro, perchè poverino fa una magra figura, in quel momento è un ingenuo come noi e come noi non ha ancora abbastanza fede. Ma che importa? Il Signore è lì a tenderci la mano, la fede crescerà, noi cresceremo, se continuamo ad andare nella giusta direzione, se siamo capaci di chiedere aiuto a Dio e a fidarci di Lui! Non abbiate paura dice Gesù, sono io. Lo diceva sempre papa Giovanni Paolo II e oggi lo ribadisce papa Francesco ai giovani: Non abbiate paura!. Loro, successori di Pietro, hanno capito che Gesù non è un fantasma che cammina sulle acque, hanno capito che anche se la barca sta per affondare, anche se noi non siamo perfetti, con l'aiuto di Dio possiamo diventare veri discepoli e apostoli coraggiosi. E allora quando siamo scoraggiati, quando pensiamo che il mondo che ci circonda stia affondando, pensiamo a tutte queste cose e, con l'aiuto di Dio, consapevoli di essere amati, andiamo avanti pregando. Buona domenica.