Riflessione 15-2024

Ci assomigliano, i due di Emmaus, nel loro cammino affaticato, scoraggiato, nel loro sentirsi vittime. Siamo sfiniti e pieni di paure: lavoro, soldi, violenza, minaccia di guerra che bussa alla porta delle nostre case... Possibile che Dio non veda? Cammina accanto a noi, invece, il risorto, anche se non lo riconosciamo e ci chiede come stiamo, coma va. Come quel forestiero che amabilmente aveva preso in giro i due discepoli di Emmaus. Poi, allo spezzare del pane, tutto era diventato evidente, appena prima che egli sparisse. Corrono dagli altri ad annunciare ciò che gli è accaduto e mentre parlano arriva Lui, Gesù. Quando raccontiamo agli altri la nostra esperienzadi fede, quando l’incontro con Dio trasuda dalle nostre parole, Gesù si manifesta nel cuore di chi ci ascolta. È così, la fede, un comunicare da bocca a orecchio, da cuore a cuore. Ma hanno paura i discepoli, troppa per credere. È troppo bello per essere vero! Così, troppo spesso ancora oggi, proprio in questi tempi difficili, pensiamo che Gesù sia un bravo tipo perso nelle memorie sacre della Storia. Gesù, come con Tommaso, insiste, osa, scuote, invita alla concretezza, ad alzare lo sguardo: <<guardate, toccate, vedete...>>. Ed è curioso come sia un po’ di pesce arrostito condiviso a convincerli, un gesto concreto. È concreta la fede, fatta di sudore e sangue, di alti e bassi, di crisi e di rinascita, di dubbi e di slanci e non può essere diversamente. Il Signore risorto ci riempie di doni, la pace anzitutto, quella che ci deriva dalla certezza di essere amati. La pace che sembra essere manifestazione di debolezza in una situazione mondiale che ha alzato i toni, ampliato le divisioni, portato alla luce le tenebre che ci abitano. Il cristiano è pacifista perché pacificato da Gesù. Perché, in Cristo risorto, sa che nessuna croce è definitiva. La pace, che non esclude momenti di sconforto, di dubbio, di rabbia, è un dono che va accolto e conquistato. Dimorare nella pace significa mettere Cristo al centro, prenderlo come punto di riferimento definitivo e vincolante. Costruire un metro quadro di pace attorno a me, nei pensieri, nelle parole, nei gesti ed invitare gli altri a fare lo stesso. Amare, vivere da risorti. La resurrezione non è qualcosa che ci capiterà un giorno, se facciamo i bravi, ma la condizione in cui siamo posti da ora, se credenti. Mi consola il fatto che gli apostoli, prima di noi, abbiano dubitato. Eppure quella è la strada, l’unica percorribile, l’unica vera. Il mondo da sempre è divorato dalla violenza e dall’egoismo, segnato dal peccato e della morte. Eppure siamo salvati e redenti, risorti con Cristo e dobbiamo cercare le cose di lassù. Lo Spirito, dono del risorto, ci permette, attraverso la meditazione della Scrittura, di leggere la nostra vita ad un livello più profondo e autentico. Solo alla luce del risorto possiamo leggere la storia dalla prospettiva di Dio, una gran bella prospettiva! Alziamo lo sguardo, ancora, non siamo soli. Ssiamo amati, scegliamo di amare.

Aprendo il file .pdf. "Riflessioni e giochi"  sotto l'immagine in fondo alla pagina potete accedere ad una riflessione del Vangelo per tutti, in particolare per famiglie e ragazzi, tratto dalla rivista "Catechisti parrocchiali", un modo per evangelizzare i più giovani allegramente, con un linguaggio semplice e gioioso.

Come di consueto propongo l'audio commento al Vangelo di Paolo Curtaz, un modo per lasciarsi evangelizzare semplicemente ascoltando: https://soundcloud.com/paolocurtaz/commento-al-vangelo-del-14-aprile-2024