Riflessione 03 - 2024

Questa Domenica è deditcata ogni anno, per volontà di Papa Francesco, alla Parola. Ma come? Ogni domenica a messa non ascoltiamo il Vangelo e le altre letture?. Si, è vero. Ma il nostro caro Papa, ha voluto una domenica specifica dedicata a questo. Una domenica in cui la Parola sia protagonista in tutto e per tutto, perchè è troppo importante capirla, comprenderla, rifletterla. Il Signore ha bisogno di collaboratori per diffondere il Vangelo, di uomini e donne che lo seguano. Non cerca grandi persone, ma uomini e donne normali, con i propri limiti. Ha bisogno di noi!!! Uomini come quelli che incontriamo oggi. Nella prima lettura il profeta Giona è chiamato a predicare la conversione a Ninive, ma lui non vuole perchè non ama questa città e i suoi abitanti, cerca di scappare da questo compito, ma infine va e fa ciò che il Signore gli chiede. Contro ogni previsione Ninive si converte, forse proprio perchè la conversione è predicata da uno come loro e non da un personaggio particolare. Così come Giona, anche noi cristiani oggi viviamo in un mondo che ci sembra ostile come Ninive, in cui se ci contiamo siamo sempre meno e sembra non ci sia più interesse per Gesù e la sua parola. Questo per noi deve essere un punto d'inizio, l'inizio della nostra predicazione, fatta di gesti, di attenzioni, di parole e preghiere per gli altri. Non è ora di cedere, ma di credere!!! Un punto d' inizio così come la chiamata di Gesù ai suoi primi discepoli. Dopo l'arresto di Giovanni il Battista, tira una brutta aria per i profeti, meglio starne alla larga, meglio non rischiare. Gesù invece, inizia la sua predicazione e lo fa partendo da lontano, dalle periferie, dagli ultimi... La chiamata degli discepoli avviene in una città di pescatori, Cafarnao, città da poco diventata di confine a segiuto della morte di Re Erode e della spartizione del suo regno da parte dei figli. Solitamente erano i discepoli a scegliere il loro maestro, non viceversa, ma Gesù ribalta le prospettive... e non lo fa in una delle scuole rabbiniche di Gerusalemme, lo fa tra la gente comune, tra la gente come noi. Non bisogna essere preti, vescovi o papi per essere chiamati, Gesù chiama ognuno di noi e ci chiede di fare solo ciò che è alla nostra portata, non ci chedel'impossibile. Ma una condizione è quella di lasciare qualcosa: le reti, simbolo di una ciò che lega, che intrappola e non lascia liberi. Gesù ci ama e ci vuole liberi e vuole che la nostra libertà, la nostra felicitàtà, non sia solo per noi ma diventi contagiosa, per questo vuole che diventiamo pescatori di uomini. Quanto mi dispiace vedere ancora qualcuno che pensa che il cristianesimo sia una rinuncia, una castrazione, una serie di obblighi da seguire che limitano la nostra libertà... No niente di tutto questo, il cristianesimo è gioia, libertà, amore. Un amore grande: perchè siamo stati riscattati a caro prezzo, amati gratuitamente, quindi salvati, da Gesù che è morto per noi; una gioia grande perchè sappiamo che non siamo soli e che facciamo parte di qualcosa di più grande; La libertà di non dover scegliere e di vivere la nostra vita senza paura, senza doverci sottomettere a nessuno, perchè qualunque cosa accada in questo mondo, persino la morte, non può rovinare la bellezza di quello che vivremo dopo... per sempre. Sappiamo questo perchè Gesù ce lo ha rivelato. Approfittiamo di questa domenica "della  Parola" per avvicinarci un po' di più al Vangelo, che ci rende liberi e ci rivela tutto l'Amore di Dio. Buona domenica

 

Aprendo il file .pdf. "Riflessioni e giochi"  sotto l'immagine in fondo alla pagina potete accedere ad una riflessione del Vangelo per tutti, in particolare per famiglie e ragazzi, tratto dalla rivista "Catechisti parrocchiali", un modo per evangelizzare i più giovani allegramente, con un linguaggio semplice e gioioso.

Come di consueto propongo l'audio commento al Vangelo di Paolo Curtaz, un modo per lasciarsi evangelizzare semplicemente ascoltando: https://soundcloud.com/paolocurtaz/commento-al-vangelo-del-21-gennaio