Commento 46-2024

Come sempre, la domenica fra Natale e Capodanno, la Chiesa, volge lo sguardo sulla famiglia, su quella famiglia così strana, diversa, unica. Con le difficoltà che a volte tutti abbiamo nel vivere relazioni significative e costruttive nei nostri ambiti famigliari, facciamo fatica ad immaginarci una famiglia stereotipata, bella certo, ma così lontana dalle nostre relazioni faticose. Eppure, se abbiamo il coraggio di leggere con un cuore aperto, scopriamo qualcosa di inatteso e consolante: la Parola di Dio non giudica, né illude. Non ci fa credere che esista un mito famigliare cattolico, una super-famiglia felice e sorridente, irrorata di Spirito Santo, al cui confronto la nostra famiglia è poca cosa. La Chiesa, ci propone il modello della famiglia di Nazareth, non per imitarla nella sua straordinarietà ma nella sua ordinarietà. Non per sentirla lontana e irraggiungibile, ma per vedere le tante somiglianze con la nostra esperienza. In quella famiglia, in quella relazione, in quei rapporti fra sposi e fra genitori e figli, c’è Dio nel mezzo. È ciò che manca, spesso, nelle nostre relazioni: cercanre, insieme, l’Unico che colma il desiderio di infinito. Dei lunghi anni di Nazareth non sappiamo quasi nulla, Luca si preoccupa di raccontare un unico episodio, quello della fuga di Gesù a Gerusalemme. Gli studiosi ci spiegano che, probabilmente, Luca anticipa qui un tema a lui molto caro: Gesù vuole restare a Gerusalemme perché è lì che si gioca la sfida finale fra luce e tenebra. D'accordo, in questo racconto però si può anche vedere, più semplicemente, la tipica bravata di un adolescente. In passato si tendeva a rappresentare Gesù come il principe dei bravi ragazzi, obbediente in tutto ai famigliari, serio e posato. Forse si sperava, proponendolo come modello, di convincere i nostri figli ad imitarlo! Ma da adulto dimostrerà invece, di avere un bel temperamento, di non essere un uomo sdolcinato e remissivo, ma passionale e sanguigno. E la risposta data ai suoi genitori, nell’episodio narrato da Luca, è tutt’altro che accomodante e remissiva. L’adolescente Gesù sta ricordando loro, e a noi, che vuole conoscere le cose del Padre, che vuole decidere autonomamente. Il messaggio è forte e chiaro, anche se destabilizzante, tanto che Maria e Giuseppe non capiscono. Ma Gesù lo ripete per noi oggi: dobbiamo anzitutto occuparci delle cose di Dio. Anzitutto, cioè come prima cosa. Per non fare della famiglia una trappola destinata al fallimento. Vuoi essere di aiuto al tuo coniuge, al tuo compagno, alla tua compagna? Educare tuo figlio? Avere un rapporto corretto con i tuoi genitori? Pensa alla tua anima, non alla loro. Converti il tuo cuore, senza aspettare che siano gli altri a cambiarlo. Coltiva la tua relazione con Dio, trova il tuo percorso, segui la tua luce.Indaga, discerni, confrontati, ma alla luce della Parola. Allora tutto acquista la giusta forma. E diventi libero di amare. Sappiatevi amati, buona domenica.

 

Aprendo il file .pdf. "Riflessioni e giochi"  sotto l'immagine in fondo alla pagina potete accedere ad una riflessione del Vangelo per tutti, in particolare per famiglie e ragazzi, tratto dalla rivista "Catechisti parrocchiali", un modo per evangelizzare i più giovani allegramente, con un linguaggio semplice e gioioso. 

Come di consueto propongo l'audio commento al Vangelo di Paolo Curtaz, un modo per lasciarsi evangelizzare semplicemente ascoltando: https://soundcloud.com/paolocurtaz/commento-al-vangelo-del-29